FEVER 333 – Revolution is my Name

I primi vagiti del nuovo progetto dell’eclettico cantante Jason Butler hanno creato un hype enorme: l’ex letlive., accompagnato da musicisti di culto come Stephen Harrison (The Chariot) e Aric Improta (Night Verses), con un primo ep intitolato “Made An America” e una manciata di live dinamitardi ha mostrato al mondo intero come la musica possa essere “pericolosa” e pensante oltre che mezzo di puro intrattenimento. La “soundtrack per la rivoluzione”, come dichiarato più volte da Jason, passa anche dal debut album “Strength in Numb333rs” in uscita oggi per Roadrunner Records e che si candida come uno dei debut più interessanti del 2019. Abbiamo incontrato la band al completo prima della data milanese dei Bring Me The Horizon trovando un James carico a pallettoni, ciarliero come non mai, intento a raccontarci tutto sul conto del progetto Fever 333!

fever333

Bentornati a Milano, come sta andando il tour?

(Jason) Ci stiamo divertendo molto: tutti noi siamo già venuti in Europa, sia con i Fever 333 che con altri progetti precedenti, ma il suonare ogni sera davanti a una platea così grande ci fa una carica extra. Oggi siamo andati in centro e ci siamo fatti un bel giro. I Bring Me The Horizon sono dei bravi ragazzi e i loro fans sono ricettivi nei nostri confronti, la vita è bella!

Ti lancerai in qualche acrobazia come al tuo solito?
(Jason) Non penso, è troppo grande il palco, non ho visto appigli utili (ride ndA). L’altro giorno Aric si è quasi spaccato una mano e non è il massimo quando sei in tour, siamo un po’ più cauti, ma non troppo!

Bene, parliamo del primo full length, “Strength in Numb333rs”!
(Jason) Yes! No vedo l’ora che sia fuori, è nato di getto ed è la giusta alchimia tra le nostre tre personalità. Il messaggio di questo disco è molto chiaro, parla di inclusione, di empatia e solidarietà. Concetto che purtroppo non hanno molti riscontro al giorno d’oggi sia in America che qui da voi in Europa.

Dai voi si parla di alzare muri, da noi di allontanare le navi dai porti… In efetti sembra che non siamo molto distanti..
(Jason) Esatto è l’aspetto brutto della globalizzazione (ride ndA). Però a parte tutto è proprio una situazione che vedo insita nelle persone: c’è troppo egoismo, troppa voglia di fregarsene degli altri e questo viene cavalcato da chi ci governa per i propri scopi. Noi suonano anche per suscitare una reazione, fare in modo che i Kids là fuori che ci ascoltano sappiamo che bisogna aprire il cuore agli altri, non chiudersi in sé stessi.
(Aric) “Strength in Numb333rs” è la nostra colonna sonora per la rivoluzione…
(Jason) Interna o sociale, o entrambe! La voglia di cambiare deve nascere da dentro. C’è qualcosa che sta cambiando, che deve cambiare! Ci sono troppe tensioni irrisolte e speriamo che il nostro messaggio, attraverso la nostra arte e musica, sia compreso e fatto proprio da chi ci ascolta. Non siamo ingenui, ma questo è il nostro modo di agire e di prendere parte alla rivoluzione. Come saprai i “3” del nostro nome e del titolo dell’album sono le iniziali delle 3 “C”: comunità, carità e cambiamento. Sono i tre concetti alla base del nostro “movimento” e che caratterizzano il nostro messaggio.

Musicalmente invece che mi dite? Dove volevate andare a parare?
(Jason) Nulla di pianificato a tavolino, ci conosciamo tutti e tre da anni e il suonare insieme è stato davvero naturale. Punk, hip hop, elettronica, metal… Chiamateci come volete, non mi frega niente!
(Aric) Pura energia!

Il video di “Burn It” è davvero d’impatto, quanto è importante l’aspetto visivo per il vostro messaggio di “rivoluzione”?
(Jason) E’ essenziale, c’è poco da fare. Una immagine e un video ben congeniato rimane impresso nella memoria e “Burn It” è proprio quello che ci serve per dare una sveglia e far scattare l’interesse ad un ascoltatore distratto. Anche “Trigger” sul problema delle armi ha fatto il suo dovere.

Cosa vi ha fatto scattare la voglia di ripartire con un nuovo progetto?
(Jason) Domanda interessante, per voleva dire fare le cose fatte bene, non certo cazzeggiare in sala prove per il gusto di farlo. Ognuno di noi tre ha portato un qualcosa di unico…

Ok scusa ti interrompo, voglio chiedere a ognuno come pensa di aver coontribuito.. Iniziamo da te Stephen?
(Stephen) La professionalità. Mi spiego, come per James non volevo mettere in piedi un progetto così Just for fun. Non sembra perché spesso facciamo i cazzoni ma siamo dei professionisti (ride fingendo di menarsela ndA). Già dalla prima prova ho capito che c’era alchimia, il resto è venuto da se.
(Aric) Concordo. Non ci sarebbe stata la band se non fossimo tutti partiti da un livello alto. Onestamente non siamo musicisti alle prime armi e anche il sapere bene cosa vuol dire andare in tour per lunghi periodi vuol dire sapere che al primo problema non ti trovi come compagno di band il ragazzino viziato che pensa di farsi una vacanza e stop. Ah io del gruppo sono quello pignolo.
(Jason) Quindi io chi sono? Ahahah! Ok concordo ovviamente con tutto quello che avete detto, l’alchimia e lo skill è alla base dei Fever 333 oltre che a una idea comune su molte cose, musicali e non. Io penso di portare l’energia e la voglia di comunicare a oltranza. Non ti sto stancando vero (ride ndA)?.

Fever333

No di certo. Visto il successo quasi immediato con il vostro ep di debutto cosa vi aspettate da questo album e in generale che obiettivo volete raggiungere e con la band?
(Jason) Non lo abbiamo dato per scontato, sia chiaro. Però come ti abbiamo già detto per il progetto avevamo alte aspettative. Roadrunner è una etichetta storica e nel corso degli anni non ha mai avuto paura di sperimentare con band al di fuori del metal e non siamo l’eccezione. “Strength in Numb333rs” è anche un loro figlio. Il loro supporto fino ad ora è stato eccezionale. Obiettivo della band? Essere i primi a suonare sulla luna, avere come merch una macchina con il nostro logo..

Insomma cose ambiziose!
(Jason) Esatto (ride ndA). Ci piace fare i cazzoni, ma quello che vogliamo in fondo è solo suonare il più possibile in giro per il mondo .

WEBSITE
www.fever333.com

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