BURNING HAZE – Next Cool Things

Provenienza: Latina

Line-up
Vittorio Cecere – voce
Silvio Pinna – chitarra
Emanuele Spagnul – basso
ndrea Truglia – batteria
Luca Gargano – voce, chitarra

BURNING HAZE - Next Cool Things

Anno di formazione.Abbiamo formato la band nel 2012-2013, ma nei 10 anni trascorsi ci sono state diverse battute d’arresto, abbiamo passato molto tempo in studio, rimaneggiato a lungo i pezzi del primo album e poi lasciati in cantiere per un po’ di tempo. Non è stata affatto una passeggiata.

Genere: Alternative metal, metalcore

Artisti che hanno influenzato la nascita del progetto: Linkin Park, Bring Me The Horizon, A Day To Remember, Slipknot, Bad Omens, Spiritbox

Quali particolarità degli artisti menzionati hanno colpito la vostra attenzione: La loro versatilità, la capacità di passare da una traccia dura e pesante ad una più orecchiabile senza mai perdere la loro riconoscibilità. Il lasciarsi contaminare da altri generi musicali raggiungendo quindi risultati imprevedibili e sorprendenti. Noi stessi ascoltiamo diversi artisti al di fuori del panorama metal, e spesso proprio in questi ultimi si possono trovare soluzioni compositive estremamente interessanti. Non far uso di un po’ di crossover nei nostri brani o all’interno di un’album ridurrebbe di molto il numero di strade percorribili e, francamente, sarebbe anche tutto un po’più noioso.

Raccontateci la vostra prima volta in studio: La nostra formazione attuale in realtà ha pochi mesi. Emanuele è entrato a far parte del gruppo ad aprile, sostituendo il nostro bassista storico nel gruppo proprio dal 2013. In pochi giorni ha completato con noi “Vesper”, imparandola il giorno prima delle registrazioni, poi in studio l’abbiamo suonata insieme e abbiamo provato i movimenti che avremmo dovuto eseguire nel video, girato pochi giorni dopo. Siamo stati fortunati ad avere un feeling immediato, è stato da subito estremamente disponibile.

Come nasce una vostra traccia: Una nostra traccia spesso nasce da un concetto, dall’argomento di cui vogliamo parlare. L’argomento definisce l’atmosfera, la pesantezza, anche le stesse linee vocali. Di solito questo tipo di imput parte da Vittorio o da Luca, poi testo, strumentale e voci vengono portati avanti quasi simultaneamente: è importante che vadano tutti e tre coerentemente nella stessa direzione.

Parlateci in chiave songwriting del vostro nuovo brano, come è nato e come è stato sviluppato? E come descrivereste il concept ed il tema trattato nel testo?
Le canzoni del nostro primo album hanno in realtà più anni di quanto risulti, così abbiamo deciso di comporre altre tracce che fossero aggiornate alla versione più recente di “Noi”. Volevamo ampliare gli argomenti del primo lavoro, incentrato sull’analisi delle proprie dinamiche interiori, volgendo lo sguardo al mondo circostante e come esso influenza la nostra interiorità. Per rappresentare gli aspetti negativi della nostra società abbiamo scelto di utilizzare la metafora di un mondo distopico difficilmente salvabile, per certi versi non così lontano da quello in cui viviamo oggi (forse viviamo in una distopia). Non eravamo certi di quale sarebbe stata la prima traccia in lavorazione ad uscire come nuovo singolo. Abbiamo delineato quasi integralmente il concept di un secondo album prima di ultimare “Vesper”; La metafora del mondo distopico è solo la punta dell’iceberg, mentre approfondimenti verranno fatti attraverso tutti gli altri brani facenti parte del nuovo progetto. Ci sono anche rimandi religiosi, critiche non così velate alle convenzioni limitanti a cui tutti noi, più o meno consapevolmente, siamo sottoposti, e tanto altro di cui non sveleremo la nostra chiave di lettura, così da dare modo all’ascoltatore di essere più libero nell’interpretazione. Il percorso musicale si lega sicuramente a quello che mostreremo nei video, dove ci sono ulteriori indizi e dove riversiamo altri bisogni artistici, come quello visivo, o per certi versi quello cinematografico.

Parlando invece di strumentazione, descriveteci la vostra backline:
Chitarre di Luca: Ibanez RGIXL7, chitarra baritona (scala27”) a 7 corde accordata in DropF1; Squier BassVI, chitarra baritona (basso a 6 corde con scala 30”) accordata in Drop C1, modificata completamente con body Jazz master nero satinato, singolo humbucker Seymour Duncan Nazgul, battipenna custom, meccaniche nere, ponte nero.Nei live utilizzo di amp modeler Line6 Helixe a seconda dei palchi eventualmente anche amplificazione contestata Mesa Dual Rectifiere cabinet 4×12 conconi Celestion V30.
Chitarre di Silvio: SubZero Generation 7, chitarra baritona (scala 27”) a 7 corde accordata in DropF1; SubZero Rogue VI, chitarra baritona (basso a 6 corde con scala 30”) accordata in DropC1, modificata con singolo humbucker Seymour Duncan Black Winter e battipenna custom. Nei live utilizzo di amp modeler Headrush.
Basso: Ibanez EHB1005ms, basso a 5 corde multi scala accordato in DropF0( sfruttando la quarta corda in C1 per le canzoni in DropC1)
Batteria: Tama Starclassic Walnut/Birch; Rullante Tama Starphonic Aluminum; Hardware Yamaha; Piatti Sabian

Quali sono a vostro avviso i tre punti fondamentali sul quale fare nascere e crescere un progetto musicale:
Un punto fondamentale è lo spirito di sacrificio: la concorrenza è spietata, ci sono tantissimi gruppi talentuosi che cercano di poter vivere di questo e sono disposti a tutto. Se non ti sacrifichi è difficile che si arrivi per un colpo di fortuna, e mentre “cresci” spesso devi fare un altro lavoro grazie al quale sopravvivi e soprattutto sostieni le spese, spesso ingenti, per veder realizzate le tue idee in quest’ambito. Un altro punto è trovarsi umanamente con gli altri componenti della band: è essenziale avere relazioni sane e stima reciproca per affrontare i vari momenti down, e ce ne saranno, senza perdere certezze, ideali e punti di riferimento. Ciò non significa che non si debba litigare, anzi le discussioni sono all’ordine del giorno, ma con rapporti saldi e genuini, uniti alla fame di raggiungere un’obiettivo comune, si riesce quasi sempre a trovare un modo costruttivo per risolvere eventuali attriti. Il terzo punto è davvero essenziale, ed è essere determinati. Sembra un cliché, ma molto spesso la tentazione di lasciar perdere tutto e seguire vie meno incerte è forte, soprattutto per noi che non siamo più giovanissimi, nonostante siamo tutti sotto i 30. Per il momento siamo stati in grado di incassare tutti i colpi, forse ci crediamo ancora di più ora che 10 anni fa.

Facendo un riassunto, come sta andando il vostro 2023 in termini di band e cosa avrà in serbo per voi da qui a fine anno?
Per quanto riguarda questo 2023, abbiamo pubblicato il nostro primo video ufficiale per il singolo “Vesper”, con il quale abbiamo ottenuto sicuramente riscontri incoraggianti, e stiamo lavorando per pubblicare un nuovo singolo prima della fine dell’anno, ulteriore anticipazione del secondo album. Allo stesso tempo stiamo cercando di organizzare alcuni live nell’arco dei prossimi mesi poiché, concentrandoci sul lavoro in studio, questo è un aspetto che abbiamo trascurato ultimamente.

Vi ritenete più a vostro agio in studio o su un palco?
Chi sceglie questo percorso si è almeno una volta immaginato di fronte ad un palazzetto o uno stadio pieno di persone, tutte lì per ascoltare le tue creazioni dal vivo. Come dicevamo prima siamo stati davvero molto in studio dal 2013, e il nostro primo live ufficiale è avvenuto solo l’anno scorso. Suonare su un palco la tua musica è una sensazione gratificante che una volta provata crea quasi dipendenza. Puoi avere anche pochi fan, ma se c’è qualcuno che comincia a seguirti e a cantare le tue canzoni ricordi subito perché hai scelto questa strada. Quella connessione che si crea con le persone, quella trasmissione di esperienze ed emozioni attraverso una melodia è una cosa che avviene tutti i giorni tramite i servizi di musica in streaming, ma che con l’evento live raggiunge un livello superiore. Se un locale si riempie di persone venute apposta per ascoltarti paradossalmente si da vita ad un momento intimo, in cui tutti sono lì per condividere qualcosa, quindi scambio reciproco tra pubblico e artista.

Meglio la libertà offerta dal DIY o avere al seguito una label/management in supporto?
Da poco stiamo collaborando con Superbia Music Group e War Music MGMT. Essere seguiti con costanza e avere qualcuno che fa da guida nel settore è fondamentale per puntare più in alto. Abbiamo la fortuna di poter esprimere la nostra libertà creativa, ricevendo tuttavia preziosi consigli per incanalare gli sforzi in modo più efficace ed evitare errori che sarebbero quasi inevitabili (e lo sono stati in passato) facendo tutto da soli.

Un obiettivo e il sogno nel cassetto nel breve/medio termine?
L’obiettivo nel prossimo futuro è quello di far uscire materiale di maggior qualità possibile per il nuovo progetto. Stiamo definendo le ultime cose, ma si sa, spesso la differenza la fanno proprio i dettagli. Il sogno nel cassetto per ora rimane lo stesso: far diventare questo il nostro lavoro, quindi ricevere segnali positivi che ci portino a lavorare ancora più duramente per raggiungere questo iniziale punto di arrivo. Bisogna essere realisti e non proiettarsi a troppa distanza dal presente, poi se qualcosa di grosso accadrà ci troveranno pronti.

WEBSITE
www.facebook.com/burninghazeofficial

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